All’interno della struttura si trova il Palmento riconosciuto come sito di importanza etno-antropologica da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali. Il Palmento è la zona in cui anticamente veniva prodotto il vino. La casa che ospita La Locanda è la più grande del paese di Pollara, e anticamente l’intera frazione di Pollara vi portava le proprie uve a pigiare, poiché era il Palmento più grande della zona.
Ancora oggi è possibile ammirare la larga vasca poco profonda con pareti in calcestruzzo, utilizzata per la pigiatura e per la fermentazione dei mosti.
Si narra che durante il rito della pigiatura, tra un bicchiere di vino novello e l’altro, il parroco, originario proprietario, si sia invaghito di una gentil donna, dando alla luce due figli. Da qui il declino della casa, abbandonata dagli eredi per non essere additati quali figli del peccato, nella Sicilia dei primi del novecento, quando queste storie erano storie da nascondere, da tacere per non incorrere nelle maldicenze. Noi invece amiamo raccontarla, questa storia, mostrando agli ospiti la vasca trasformata in angolo bar, gli antichi letti in ferro battuto decorati con delicati disegni a tempra, la prisa, enorme macigno in pietra lavica con un foro in alto per poterlo legare alla trave in legno, appesa al soffitto, che veniva usato per pigiare l’uva Malvasia. Di fronte alla vasca per la pigiatura, vi è una vasca di raccolta, posta al di sotto del piano di calpestio, illuminata, per dare il senso esatto delle varie fasi della lavorazione. E ancora, i cannizzi che servivano ad essiccare al sole i tralci d’uva, da trasformare in profumata e dolce Malvasia, o i pomodori da fare secchi sott’olio. Antichi modi di preparare prelibatezze che i nostri ospiti possono degustare nel ristorante dell’Hotel.